Mutui casa, per l’ABI andamento positivo per le richieste

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Continua ad essere positiva la dinamica dei prestiti bancari nel mercato italiano. Stando a quanto afferma il rapporto mensile dell’ABI recentemente dato alle stampe, infatti, i prestiti a famiglie e imprese hanno registrato una crescita su base annua pari all’1,0%. In tale dato, spicca il fatto che l’ammontare totale dei mutui in essere presso le famiglie abbiano registrato una variazione positiva del 2,5% su base annua.

Tassi medi all’1,87% per i mutui

Non è questo, comunque, l’unico dato di nostro rilievo che emerge con vigore dal bollettino mensile dei banchieri. Ribadendo la tendenza di inizio 2019, viene infatti affermata ribadita la flessione dei tassi di interesse applicati alle nuove operazioni di finanziamento per l’acquisto di abitazioni, ora pari all’1,87% e, dunque, in calo marginale rispetto all’1,91% di dodici mesi fa (evidentemente lontano il picco del 5,72% toccato alla fine del 2007). Il tasso medio sul totale dei finanziamenti erogati in Italia è pari al 2,58%, contro il 2,59% del mese precedente e contro il 6,18% della fine del 2007, prima dell’avvio della crisi.

Soffermandoci sui soli dati relativi alle operazioni di mutuo, notiamo come l’1,87% rilevato nell’ultimo bollettino sia il tasso medio più basso dall’1,80% dello scorso mese di settembre, quando però l’IRS a 10 anni era pari allo 0,95%. In condizioni di stabilità dell’Euribor e della conferma della preferenza del tasso fisso, vien dunque da riflettere sul fatto che, nel frattempo e come più volte abbiamo rammentato negli scorsi mesi, le banche abbiano incrementato la propria marginalità remunerativa ritoccando gli spread.

Sofferenze nette ancora in calo

L’ABI evidenzia poi come le sofferenze nette – ovvero al netto delle svalutazioni e degli accantonamenti che sono già stati effettuati dalle banche con proprie risorse – si sono attestate a quota 33,6 miliardi di euro, in forte calo rispetto ai 54,5 miliardi di euro dell’anno scorso e ai 77 miliardi di euro di due anni fa. Più notevole è il differenziale rispetto al picco raggiunto a novembre 2015, con un passo indietro positivo di oltre 55 miliardi di euro (- 62,1%).

In costante calo il rapporto fra le sofferenze nette e gli impieghi totali, pari all’1,95%, contro il 3,16% di un anno fa e il 4,41% di due anni fa. Il picco di novembre 2015 appare evidentemente molto distante, pari al 4,89%.

Raccolta da clientela in crescita grazie ai depositi

Concludiamo infine con uno sguardo all’andamento della raccolta da clientela. L’associazione informa infatti che la dinamica di quella complessiva è aumentata dell’1,2%, grazie all’incremento del 3% su base annua sul fronte dei depositi (+ 43 miliardi di euro), che ha più che controbilanciato la raccolta tramite le obbligazioni, in decremento dell’8,6% (- 23 miliardi di euro).

In condizioni di sostanziale stabilità dei tassi (0,60%, come il mese precedente), ne deriva altresì che lo spread fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta effettuata presso famiglie e imprese rimane su livelli storicamente molto bassi, pari a 198 punti base a marzo, contro i 199 punti base del mese precedente e gli oltre 300 punti base che erano stati registrati agli albori della crisi finanziaria.

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