Mutui casa: tasso fisso o variabile, la scelta non è più così facile

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Fino allo scorso anno scegliere tra tasso fisso o variabile non era così complicato, come dimostrano le statistiche sui mutui casa periodicamente pubblicate e di cui più volte vi abbiamo narrato: con tassi ai minimi storici, infatti, la gran parte dei mutuatari ha deciso di optare con convinzione sul mutuo a tasso certo, congelando in questo modo l’onerosità del proprio finanziamento e mettendosi al riparo da qualsiasi futura crescita dei parametri di riferimento.

Le cose sono tuttavia cambiate quando, gradualmente, le banche centrali hanno scelto di incrementare i propri tassi di interesse di riferimento al fine di contenere la crescita dei prezzi.

Il risultato è stato un forte dei tassi per i mutui che, per quanto rimangano ben al di sotto dei livelli dell’inflazione, appaiono molto meno convenienti di quanto non fossero qualche anno fa. Ma cosa fare? Meglio un tasso fisso o un tasso variabile?

L’inflazione guiderà le scelte delle banche centrali

In questo contesto, è del tutto evidente come la cosa più importante da fare sia tenere d’occhio l’andamento dell’inflazione, valutato che questo indicatore macroeconomico impatterà in modo significativo sulle scelte di politica monetaria della BCE.

Si tenga conto, in questo senso, come la super inflazione sta dando i primi segnali di effettivo raffreddamento e, come tale, è dunque possibile che la BCE possa scegliere di rallentare il proprio ritmo di aumento del costo del denaro.

In aggiunta a ciò, rammentiamo come il mercato dei future stia prezzando l’Euribor al 3,4% entro la fine dell’anno. Un tetto che dovrebbe poi esser seguito a un graduale calo, per arrivare sotto il 2,5% tra il 2024 e il 2025. Insomma, i mercati pensano che i tassi cresceranno ancora, ma entro 12-18 mesi dovremmo vedere i primi segnali di un pratico ammorbidimento delle condizioni economiche.

Cosa fare: scegliere il tasso fisso o il tasso variabile?

In questo ambito è allora meglio indebitarsi a tasso fisso o sposare il tasso variabile?

Naturalmente, non c’è una risposta specifica a una domanda così complessa e ricca di sfaccettature come questa, nella convinzione che ciascun mutuatario potrà effettuare delle valutazioni puntuali sulla convenienza a optare per la prima o la seconda forma tecnica di tasso.

È di fatti probabile che chi opta per il tasso certo lo faccia soprattutto per avere la serenità di porsi in una condizione di tutela da qualsiasi sorpresa negativa. Chi invece vuole indebitarsi a tasso variabile probabilmente è convinto che i tassi non cresceranno più così tanto e che, comunque, sia questa la scelta più conveniente in un’ottica di lungo periodo.

In ogni caso, attenzione anche alla forma mista, sempre più gettonata negli ultimi mesi: chi sta scegliendo di indebitarsi a tasso fisso per poi passare al variabile, o viceversa, dovrebbe infatti tenere in considerazione che parte della bontà della strategia dipenderà anche dalle politiche bancarie in materia di spread.

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