Passo indietro per le compravendite residenziali: come si è chiuso il 2022

Ultimi dati OMI
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Il dato non ha certo sorpreso gli analisti ma, non per questo, è meno importante. Parliamo dell’arretramento delle compravendite immobiliari residenziali italiane avvenuto nel corso del quarto trimestre 2022, quando il numero di transazioni notarili ha subito un passo indietro rispetto a quanto era stato rilevato nello stesso periodo del 2021.

Stando agli ultimi aggiornamenti forniti dall’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, infatti, nell’ultimo quarto del 2022 il tasso tendenziale delle compravendite nel settore residenziale ha invertito il segno facendo registrare un calo del 2,1% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, con una flessione in termini assoluti pari a cica 4.000 abitazioni.

A livello nazionale, le compravendite di abitazioni che sono calate maggiormente sono quelle dei comuni minori (- 2,6%, 3.800 abitazioni compravendute in meno su base annua), mentre hanno subito una flessione più contenuta i capoluoghi (- 0,9%, 600 abitazioni in meno su base annua). Ancora più nel dettaglio, la flessione è più significativa nei comuni minori del Nord Est (- 6%) mentre, dall’altra parte dello spettro statistico, sono andate in controtendenza le compravendite nei capoluoghi delle Isole (+ 6,2%).

Per riguarda invece la tipologia abitativa, migliore è la tenuta delle compravendite delle abitazioni esistenti, con un calo dell’1,0% su base annua, contro la flessione dell’11,6% da parte delle abitazioni nuove.

Dagli agenti immobiliari buoni dati, ma prevale una certa cautela

Come sempre, può essere utile leggere i dati statistici di cui sopra con quelli che emergono all’interno dello stesso report OMI tramite il Sondaggio congiunturale del mercato delle abitazioni in Italia a cura di Banca d’Italia, Tecnoborsa e OMI.

Quello che emerge dal report statistico ora citato è una buona tenuta delle attività degli agenti immobiliari e, altresì, l’evidenza di una crescente prudenza per il futuro.

Per quanto riguarda il primo gruppo di valutazioni, il 65% degli agenti intervistati segnala una stabilità dei prezzi di vendita, e l’88% degli agenti ha anche affermato di aver venduto almeno un’abitazione nel periodo in esame, per un nuovo massimo dall’inizio della rilevazione, nel 2009.

Lo sconto medio sui prezzi di vendita è stato pari all’8,8% (ex 8,4%), mentre i tempi di vendita si sono lievemente allungati da 5,9 a 6,1 mesi, pur rimanendo in prossimità dei minimi dall’avvio della serie storica.

Per quanto concerne la prudenza sul futuro a breve termine, le attese vengono ritenute sempre più sfavorevoli dagli agenti in relazione al proprio mercato di riferimento, tanto che il saldo tra le attese di miglioramento e quelle di peggioramento è ora a -25,6 punti. Prevale un crescente pessimismo anche nei confronti del mercato nazionale, per un orizzonte temporale biennale. Infine, per circa i due terzi degli agenti immobiliari intervistati all’interno del campione, l’andamento dei prezzi al consumo inciderà negativamente sulla domanda di abitazioni e sui prezzi di vendita.

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