Mutui e surroghe, per Crif è un inizio 2020 in grande spolvero

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Gli ultimi dati Crif sulle richieste di mutui e surroghe da parte delle famiglie italiane confermano un avvio 2020 positivo, con un sorprendente balzo delle domande di nuovi finanziamenti e di mutui per sostituzione, e una buona ripresa degli importi oggetto di istruttoria.

Cresce di un terzo la domanda delle famiglie italiane

Il primo dato che salta agli occhi dando uno sguardo al modo con cui il comparto dei mutui ha iniziato il 2020 è il forte incremento della domanda di finanziamenti da parte dei nuclei familiari italiani.

Stando alle ultime elaborazioni Crif, infatti, le interrogazioni del proprio database sono cresciute del 32% e, in relazione al singolo primo mese dell’anno, si tratta – in termini assoluti – della migliore prestazione dal 2010 ad oggi.

La nota di Crif precisa come il 2020 si sia dunque aperto con uno sviluppo molto vivace delle richieste di nuovi mutui e surroghe, in linea con l’andamento positivo che aveva già caratterizzato la parte finale del 2019 (ricordiamo che a dicembre le richieste erano già cresciute del 26,2%, grazie principalmente alle surroghe).

Cresce anche l’importo medio richiesto

Notizie positive sembrano arrivare anche dall’importo medio richiesto, cresciuto del 2,8% nel primo mese del 2020 rispetto allo stesso mese del 2019, per una media pari a 131.693 euro. Si noti come il dato sia superiore dello 0,55% rispetto alla media dell’intero scorso anno, ma sia inferiore dell’1,3% rispetto a quanto registrato nel mese di dicembre.

A conferma del peso rilevante delle surroghe, si consideri che le interrogazioni per finanziamenti sotto i 75.000 euro (ovvero, tipicamente, i mutui in sostituzione di finanziamenti in corso di ammortamento), continuano a rappresentare il 23% del totale, ponendosi come seconda quota di maggior rilievo dopo quella della fascia tra 100.001 e 150.000 euro, con un peso del 30,2% del totale.

Poche novità per le durate preferite

Passando poi all’analisi delle durate preferite, continua ad essere maggiormente gettonata quella intermedia, tra i 16 e i 20 anni, scelta dal 26,7% delle operazioni, seguita da quella tra i 26 e i 30 anni (con il 22,9%) e da quella tra i 21 e i 25 anni (con il 22,1%).

Ne deriva che circa 7 operazioni su 10 sono oggi caratterizzate da una durata del piano di ammortamento compresa tra i 16 e i 30 anni. Non irrilevante, comunque, la quota di mutui con una durata inferiore ai 5 e ai 10 anni, tipicamente interessata dai mutui per surroga.

Conclusioni

Con i dati statistici di cui sopra, è lecito affermare che l’inizio dell’anno sia stato in buono spolvero per il comparto dei mutui, trascinato da un positivo mix tra tassi bassi, quotazioni immobiliari abbordabili e maglie creditizie relativamente larghe. Un gruppo di determinanti che potrebbe proseguire anche nei prossimi mesi, sostenendo il settore in questione, salvo impatti straordinari di elementi esogeni come l’evoluzione del coronavirus.

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