Tassi mutui ai minimi storici spingono in alto le surroghe

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Complice il lockdown che ha caratterizzato l’epoca Covid-19 e il relativo grado di incertezza che sta investendo l’economia nazionale, nella prima parte del 2020 le compravendite residenziali hanno subito un forte rallentamento, trascinando in un prevedibile segno negativo le erogazioni di mutui per l’acquisto casa.

Tuttavia, i flussi per le nuove erogazioni continuano ad essere positivi. Merito – evidentemente – delle surroghe, che permettono di sostituire un vecchio finanziamento in ammortamento con uno dalle condizioni economiche più  vantaggiose, e che dalla fine del 2019 ad oggi sembrano aver rinvigorito la propria forza, tanto da rappresentare stabilmente oltre il 60% delle concessioni creditizie.

Tassi ancora ai minimi, migliori spread più bassi di un anno fa

Come abbiamo anticipato qualche riga fa, il merito di questo nuovo boom delle surroghe è evidentemente attribuibile alla presenza di tassi di interesse ancora vicini ai minimi storici, con quelli fissi che hanno beneficiato di una ulteriore riduzione degli IRS per le principali scadenze, verificatasi a cavallo  tra il 2019 e il 2020.

Attualmente, sottolinea la Bussola Mutui CRIF alla quale facciamo riferimento, per un mutuo di 140.000 euro, per la durata di 20 anni, con valore dell’immobile pari a 220.000 euro, i migliori spread per i mutui a tasso variabile sono intorno allo 0,8%, mentre quelli per i mutui a tasso fissi sono allo 0,3%. Considerato che i due parametri – di questi tempi, un anno fa – erano rispettivamente pari allo 0,9% e allo 0,5%, ne deriva che indebitarsi per un’operazione immobiliare è divenuto ancora più conveniente.

Peraltro, si tenga conto che tutto lascia intendere che così sarà anche nel prossimo futuro a breve termine. Sul mercato creditizio non vi sono infatti segnali di imminenti inversioni di tendenza, con la conseguenza che surrogare un mutuo oggi è molto probabilmente artefice di un discreto risparmio sugli interessi debitori.

Surroghe e nuovi mutui, è monopolio del tasso fisso

Insomma, il clima di crisi economica e di incertezza sui futuri sviluppi nazionali e internazionali sta effettivamente condizionando il quadro generale e, più nel dettaglio, quello del mercato immobiliare e dei mutui.

Introdotto ciò, però, è evidente che l’offerta di credito sia piuttosto favorevole, complice un livello di tassi di interesse che risulta essere difficilmente ripetibile nel prossimo futuro.

Non sfugge peraltro che, sempre secondo le ultime statistiche elaborate dalla Bussola Mutui CRIF, le preferenze della domanda verso il tasso fisso siano fortemente polarizzate anche nel secondo trimestre 2020, tanto da raccogliere circa il 90% del totale delle preferenze da parte degli italiani. Appare evidente il desiderio da parte dei mutuatari di poter bloccare la rata del proprio mutuo per l’intero periodo di rimborso, approfittando di un livello di tassi fissi su livelli di prossimità rispetto ai minimi assoluti.

Naturalmente, quanto sopra non significa che i mutui a tasso variabile siano necessariamente un’opzione da scartare. Riteniamo tuttavia che, all’attuale livello di onerosità del denaro bancario, possa essere una scelta valutabile solo per le operazioni di brevissima o breve durata, che evidentemente non saranno interessate dal lento rimbalzo che l’Euribor avrà modo di realizzare nei prossimi anni.

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